
A cura di Nicola Dimitri Maria PORCARI
Il 25 ottobre scorso, sul portale di Anac, è stato pubblicato l'”Aggiornamento 2018 al Piano Nazionale Anticorruzione”, che a decorrere dal DL 90/2014 assume rilevanza di atto di indirizzo rivolto alle PP.AA., chiamate a darne attuazione all’interno degli Enti, attraverso l’adozione del PTPCT triennale.
Anche per questo anno, la tecnica adoperata dall’Autorità è quella di concentrare la propria attenzione su alcune tematiche degne di rilievo, quali la gestione dei fondi strutturali e per le politiche di coesione, la gestione dei rifiuti a livello regionale, ovvero focalizzare l’attenzione su alcuni Enti, quali per esempio le Agenzie Fiscali.
Approfondimenti molto interessanti, poi, si riferiscono ai piccoli Comuni, all’indomani del monitoraggio avviato dall’Anci nel mese di luglio, al fine di comprendere misure di ausilio rivolte ai Comuni più disagiati, in perenne e strutturale carenza e deficitarietà di personale.
Come per gli anni addietro, anche per questo anno si è arrivati all’adozione del provvedimento oggi in consultazione solo all’esito di specifici tavoli tecnici, che hanno visto la partecipazione non solo di rappresentanti dell’Anac ma anche e soprattutto degli Enti coinvolti.
Tra tutti i tavoli all’uopo convocati, quello che non avrebbe dato alcun esito concreto, almeno in seno al Piano, sarebbe quello sulla “Immigrazione”.
Il tavolo tecnico, seppur convocato, non ha prodotto risultati “visibili” nel provvedimento, neanche nella forma del rimando ad un successivo atto.
Si auspica che l’Autorità, all’indomani dell’approvazione del DL Sicurezza, provveda all’adozione di provvedimenti concernenti l’immigrazione, visti gli interessi economici rilevanti ed i presunti rischi corruttivi connessi.
Non sono mancate nel provvedimento in consultazione rimandi a future Linee Guida, soprattutto per quanto concerne l’approvazione dei Codici di Comportamento e la disciplina in materia di whistleblowing.
Quest’ultima, va da sé, non potrà non tenere conto della direttiva formulata il 23 aprile 2018 dalla Commissione europea che, nel momento in cui verrà adottata e diverrà vincolante per gli Stati membri, dovrà prevedere a regime l’obbligo di Datori di lavoro privati con dimensioni strutturali significative e che operino in campi a rischio riciclaggio e finanziamento del terrorismo, di attivare specifici canali di segnalazione interna.
Cio’ che in sostanza è già previsto dalla legge nazionale n. 179 per le Pubbliche Amministrazioni.
Secondo le notizie che pervengono dalla Comunità europea la Direttiva avrebbe già incassato il beneplacito della Corte dei Conti europea.
Si attende, ovviamente, che Anac recepisca la Direttiva adottando apposite Linee Guida, quale logica integrazione della disciplina già recata nell’alveo della Determinazione n. 6/2015 ed attuative della L.179/2017.
Il Piano è rimasto in consultazione fino al 15 novembre 2018, a giorni si attende l’approvazione della Delibera da parte del Consiglio dell’Autorità.
Tra le novità degne di nota che devono essere prese in considerazione, ovviamente, non potevano mancare quelle che concernono lo snellimento delle misure in materia di trasparenza amministrativa e, soprattutto, la cosiddetta “conferma” del PTPCT da parte degli enti di piccole dimensioni nelle ipotesi in cui sia stata certificata l’assenza di eventi corruttivi.
Per quanto concerne le prime vi sono quelle relative al collegamento ipertestuale tra gli atti pubblicati all’albo pretorio e le Sezioni contenute nell’Amministrazione Trasparente, quelle che insistono su alcune norme del decreto 33 ed alcune che demandano alle PA il compito di definire il criterio di “tempestività” delle pubblicazioni.
Personalmente reputo degne di nota tutte le misure indicate, che certamente agevoleranno gli Enti nella pubblicazione dei dati.