
A cura di Nicola Dimitri Maria Porcari.
Il 24 luglio 2019, in linea con le esperienze del passato, Anac ha posto in consultazione sul proprio sito lo schema di Piano nazionale anticorruzione.
Lo scopo, ovviamente, è quello di ricevere contributi dagli utenti esterni che dovranno essere formalizzati entro il 15 settembre p.v.
A differenza dei documenti programmatici del passato, con il PNA 2019 l’Autorità si limita a riprendere le parti generali del Piano, all’uopo integrandole, alla luce delle esperienza maturata in materia di controllo e verifica dei Piani degli Enti pubblici.
La ricognizione, di primo acchito, sembra di poco momento.
Infatti, eravamo stati abituati alla trattazione di sezioni specifiche anno per anno, per coprire tutti gli Enti e tutte le situazioni rimaste prive di disciplina.
Alcune sezioni erano state avviate l’anno scorso con tavoli dedicati e poi non si erano conclusi con alcun provvedimento (per esempio l’immigrazione).
In realtà, la ricognizione degli istituti permette di porre un punto fermo sugli istituti limandone i contenuti.
Il rimando, poi, agli atti regolatori nel tempo adottati dall’Autorità consentono, tanto agli addetti ai lavori quanto agli operatori, di migliorare la strategia di prevenzione della corruzione e fare chiarezza su istituti troppo “teorici” e di difficile attuazione all’interno della Pubblica amministrazione.
Accanto alla disamina degli istituti, il Pna si arricchisce di una linea guida sulla rotazione ordinaria, che segue quella sulla rotazione straordinaria approvata con Delibera n. 215/2019.
Viene effettuata una adeguata ricognizione sul ruolo e le funzioni dell’RPCT e sulle norme attuative.
Viene, inoltre, ridisciplinata la metodologia di gestione del rischio corruttivo.
Per gli addetti ai lavori è probabilmente il momento migliore toccato dal PNA che di fatto consente una rivisitazione totale e sostitutiva della disciplina adottata con il primo PNA, approvato dal Dipartimento di Funzione Pubblica con Delibera n. 72/2013.
La circostanza, poi, come si legge nell’allegato al PNA, che esso costituisca l’unico “documento metodologico da seguire nella predisposizione dei Piani triennali della prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT) per la parte relativa alla gestione del rischio corruttivo” poiché “aggiorna alcune indicazioni metodologiche allo scopo di indirizzare ed accompagnare le pubbliche amministrazioni, le società e gli enti chiamati ad applicare la legge 190/2012 (d’ora in poi amministrazioni) verso un approccio alla prevenzione della corruzione finalizzato alla riduzione del rischio corruttivo da un punto di vista sostanziale e non meramente formale” certamente si appalesa di rilevante importanza, anche al fine di agevolare il lavoro delle Pa e soprattutto di quelle di piccole dimensioni.
Di questi aspetti se ne riparlerà nei prossimi articoli.
In questa sede, invece, preme puntare l’attenzione sulla formazione anticorruzione, sia collegata all’etica e legalità sia specifica per gli addetti dei Settori, non prettamente teorica ma pratica e calata all’interno della realtà amministrativa di riferimento.
L’approccio più prettamente pratico che teorico era stato già sottolineato nel PNA 2015- par.5- cui ne veniva riconosciuto un ruolo strategico.
Ma è con il PNA 2016 che si richiede più correttamente lo svolgimento di una “formazione piu’ pratica che teorica”, laddove collegata per esempio alla rotazione del personale, evitando al contempo il permanere di una situazione di disagio amministrativo ma garantendo il buon andamento ed efficienza dell’attività dell’Amministrazione Pubblica.
Ed infatti, in questo senso, si può dire che il “Manuale teorico in materia di anticorruzione e trasparenza” Editore Maggioli giunto alla sua quarta edizione ed arricchito nei contenuti (Trattazione della disciplina antiriciclaggio, focus per i piccoli Comuni, disciplina della rotazione, focus per la Sanità e le società private) ed acquistabile all’indirizzo: https://www.maggiolieditore.it/manuale-teorico-pratico-in-materia-di-anticorruzione-e-trasparenza-3.html, aveva già anticipato e di gran lunga l’esigenza da parte degli operatori del Settore di conoscere praticamente e fattivamente gli istituti per poi applicarli concretamente nella vita di tutti i giorni.